Mòvesi a Fuori Mappa – Racconto del Convegno all’Università la Sapienza di Roma

🗺️ Fuori Mappa. Dallo spaesamento alla co-progettazione dei territori

di Mario Panzarella

Ci sono parole che attraversano i nostri paesi come echi lontani: spopolamento, marginalità, declino.
Parole pesanti, ripetute per abitudine, fino a diventare quasi naturali.
Ma dietro lo spopolamento, prima ancora che il vuoto delle case, c’è spesso un vuoto più profondo: quello dello spaesamento.
Non è solo chi parte a perdere il legame con il luogo, ma anche chi resta e non riconosce più ciò che ha intorno.

È da questo pensiero che nasce Fuori Mappa, tenutosi lo scorso 23 settembre a Roma: un convegno, ma soprattutto un laboratorio di idee per uscire dai confini — fisici, culturali e mentali — con cui spesso leggiamo le periferie e le aree interne.
Promosso dal Centro Interdipartimentale Archeo&Arte3D DigiLab – Sapienza Università di Roma, con il sostegno di una rete di enti del terzo settore e istituzioni culturali di tutta Italia, Fuori Mappa ha riunito ricercatori, operatori sociali e amministratori per riflettere insieme su un tema semplice e radicale:
come si può restare, oggi, senza sentirsi ai margini?

Periferie del corpo e dello sguardo

Durante la sessione dedicata ai Territori, ho avuto l’occasione di raccontare l’esperienza di Mòvesi APS a Buccino e nel territorio Alburni Sele Tanagro: un piccolo esperimento di cittadinanza attiva, educazione ambientale e ospitalità internazionale.
Negli ultimi due anni, oltre 400 giovani da tutto il mondo hanno attraversato il nostro centro storico, vivendo insieme esperienze di rigenerazione, formazione e vita comunitaria.
Per alcuni giorni, settimane o mesi, questi ragazzi e ragazze hanno abitato i luoghi che molti di noi danno per scontati.
E, nel farlo, li hanno ri-significati.
Hanno restituito ai vicoli un senso di presenza, al silenzio delle pietre un suono di lingue diverse, di risate e di futuro.

È in questi momenti che capisci che la “periferia” non è un punto sulla carta, ma uno stato dello sguardo.
Essere fuori mappa significa accettare di muoversi ai margini, ma anche di guardarli da dentro, come territori in cui può nascere una nuova centralità.

Dialogo tra ricerca e comunità

Un ringraziamento particolare va al prof. Saverio Malatesta e al dott. Luca Di Bianco, che hanno accompagnato il nostro dialogo con l’Università La Sapienza, mostrando come esperienze come il Giardino Pedagogico “Mimì e Peppino” e i percorsi eco-archeologici di Volcei rappresentino laboratori di innovazione civile e culturale.
Non si tratta solo di tutela del patrimonio, ma di una nuova educazione al luogo, che parte dalle erbe spontanee, dalle storie familiari, dai saperi dimenticati e arriva fino a modelli di economia del bene comune.

A casa Mòvesi si parlano tante lingue, è vero — ma tutte raccontano la stessa storia: quella di un Sud che non si piange addosso, ma che sceglie di costruire futuro attraverso la cooperazione e la conoscenza.

Un nuovo cammino, dentro e fuori mappa

Dal confronto romano nasce oggi un percorso condiviso tra Mòvesi APS e La Sapienza Università di Roma, che si trasformerà nei prossimi mesi in un laboratorio stabile di co-progettazione territoriale.
Un’infrastruttura civica aperta, capace di mettere in rete esperienze, dati e visioni, e di coinvolgere le tante organizzazioni del Sud che lavorano per la restanza, il riabitare e l’economia del bene comune.

Perché lo spaesamento si vince solo insieme: quando il sapere scientifico incontra la cura quotidiana, quando la cultura accademica ascolta la voce dei luoghi, quando le comunità smettono di aspettare e iniziano a progettare.

Essere fuori mappa non è più una condanna.
È un modo nuovo di orientarsi.

Un passo alla volta.
Dentro e fuori mappa.

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