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Stiamo creando un Archivio Volceiano Etnografico per custodire e celebrare la memoria di Buccino: una capsula del tempo contro lo spopolamento e contro lo “spappolarsi” di lettere, foto, locandine, inviti, ritagli di giornale e piccole grandi storie di vita quotidiana.
È un progetto che nasce dal basso, fatto di mani, ricordi e fiducia: la fiducia che ci si dà quando si apre un cassetto e si dice “Questo, tienilo tu. Salvalo per tutti”.

Un Archivio di Comunità è un patto: le persone mettono a disposizione frammenti di vita e la comunità si impegna a preservarli, descriverli e restituirli a tutti, liberi di essere studiati, ricordati e riusati in forme creative.
Non è un luogo chiuso: è una stanza aperta, un laboratorio permanente dove memorie private diventano bene comune. La regola d’oro: si conserva il passato per abitare meglio il presente e immaginare il futuro.

Questa iniziativa nasce dai volontari Mòvesi del progetto “Essere è Abitare” insieme al prezioso sostegno di Buccino Nella Storia, il progetto più che decennale dello storico archivista Emanuele Catone, che ha già raccolto circa 10.000 fotografie della nostra comunità.

Per “accendere” la capsula del tempo abbiamo ricevuto la generosa spinta di Marta Rinaldi, Maria Arduino e Fabrizio Gigante, che hanno deciso di affidare a Mòvesi materiali appartenenti all’Archivio Mimì e Mario Gigante (che custodiamo anche fisicamente nella nostra sede).
Da qui abbiamo iniziato la digitalizzazione e l’organizzazione in un drive consultabile da tutti:

Perché un archivio oggi (e perché a Buccino)

  • Contro lo spopolamento: un archivio vivo dà motivi per restare, tornare, o guardare a Buccino con orgoglio.
  • Contro la dispersione: le memorie “di casa” rischiano di perdersi; qui le censiamo, digitalizziamo e rendiamo accessibili.
  • Per educare e creare: la storia locale diventa materia per scuole, associazioni, ricerche, podcast, mostre, laboratori.

Cosa cerchiamo (e come lo curiamo)

Materiali

  • Fotografie: famiglia, feste, lavoro nei campi, artigianato, scuole, sport.
  • Carte e quaderni: lettere, ricette, diari, manifesti, inviti, programmi, ritagli di giornale.
  • Memorie vive: aneddoti, registrazioni audio, testimonianze orali.

Cura e metodo

  • Non tratteniamo gli originali: digitalizziamo a casa vostra, con cura e rispetto.
  • Catalogazione chiara: a ogni file associamo persone, luoghi, date, descrizioni, diritti di utilizzo.

Restituzione pubblica: dove possibile, rendiamo il materiale consultabile online; laddove occorra, rispettiamo privacy e consensi concordati con voi.

 

Come partecipare (in 3 mosse)

  1. Scrivici: info@movesi.org oppure messaggio/WhatsApp al 334 292 4172.

     

  2. Apri il cassetto: scegli cosa vuoi condividere (anche una sola foto è preziosa!).

     

  3. Decidiamo insieme: passiamo noi per digitalizzare a domicilio, concordiamo consenso e visibilità, ti restituiamo subito gli originali.

     

Porta a porta: andiamo noi

Nei prossimi giorni i volontari di Mòvesi busseranno alle porte. Non per disturbare, ma per chiedere memoria, che significa abitare questo posto e sentirlo più nostro. Se non ci trovi, lasciaci un messaggio: torniamo quando preferisci.

Un capitolo speciale: Mimì, Peppino e l’orizzonte condiviso

Tra le linee che stiamo digitalizzando c’è un racconto di amicizia civile: quella tra Mimì e Peppino Arduino, intrecciata al comune impegno nei bollettini di Italia Nostra e a una visione che ha anticipato l’idea di un “parco archeologico vivente”, capace di dialogare con l’abitato dopo il terremoto del 1980.
Queste carte non sono solo documenti: sono mappe di futuro che hanno guidato scelte culturali, politiche, cittadine. Le vogliamo rendere leggibili e fruibili perché continuino a ispirare.

 

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